Il cavallo Maremmano
Da tempi immemorabili nella fascia litorale tirrenica esistevano numerosi allevamenti di cavalli bradi derivati dalle antiche razze locali.
Il tipo può essere descritto come un soggetto un po' disarmonico, di statura variabile ma mediamente intorno al metro e cinquanta, testa piuttosto pesante con profilo montonino, groppa spiovente, arti robusti con pastoie e zoccoli durissimi, ciuffo, criniera e coda con abbondanti e lunghi crini.
Le caratteristiche essenziali di questo animale erano rappresentate dalla estrema rusticità, robustezza ed energia e dalla capacità di sopravvivere anche negli ambienti più poveri e di resistere alle fatiche molto prolungate.
Già nel secolo scorso veniva praticato un "insanguimento" più o meno ripetuto con stalloni arabi, e, successivamente, puro sangue, che ha contribuito a modificare la primitiva morfo logia di questi animali che, nel susseguirsi delle generazioni in allevamenti bradi, hanno subito una rigorosa selezione naturale, conservando le doti di rusticità. Cavallo da sella per definizione, dall'inizio del secolo è stato allevato con l'obiettivo di riunire ed esaltare quattro caratteristiche fondamentali: Rusticità, Resistenza, Elasticità
ed Eleganza.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, in seguito al massiccio sviluppo della motorizzazione ed alla cessazione delle rimonte militari da parte dell'Esercito, che era stato nel passato il più importante acquirente di cavalli da sella, si è verificata una prof onda crisi di mercato. In quel periodo molti prestigiosi allevamenti cessarono l'attività e moltissime pregevoli fattrici finirono al macello, tanto che negli anni sessanta questa antica razza autoctona italiana era ormai arrivata sull'orlo dell'estinzione.
Poi arrivarono i primi sintomi di una ripresa del settore con un crescente interesse per il cavallo da parte di persone di diverse estrazioni sociali; il mercato si andava vivacizzando, i vecchi allevamenti che erano riusciti a sopravvivere cominciavano ad uscire dal lungo tunnel e le prospettive· di un rilancio apparivano sempre più incoraggianti.
Agli inizi degli anni 70, per iniziativa delle Associazioni Provinciali Allevatori di Grosseto e di Viterbo, fu avviata un'indagine conoscitiva per verificare se e quanto della vecchia razza maremmana fosse possibile recuperare. Attraverso un censimento capillare nelle due provincie furono individuati circa 500 riproduttori con buona tipicità di razza.
Nel 1979 fu costituita l'Associazione Nazionale Allevatori Cavallo di razza Maremmana (A.N.A.M.) e, nel 1980, con decreto del ministro Marcora, venne istituito il Libro Genealogico del cavallo maremmano.
Il Libro Genealogico ha lo scopo di conservare il cavallo maremmano, di favorirne con la selezione il miglioramento e di promuovere la valorizzazione economica attraverso:
- la produzione di soggetti resistenti e nevrili per la equitazione di massa e per il turismo equestre;
- l'utilizzazione della razza per la produzione di cavalli sportivi.
(Tratto dal libro "Stalloni Maremmani" a cura di ETSAF)